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In occasione della 50ma edizione della più longeva fiera italiana dedicata all’arte, nasce “La linea dell’arte”, una dalla collaborazione tra Arte Fiera e Il Giornale dell’Arte. Otto episodi, realizzati da Nicolas Ballario, per conoscere vita, incontri e vicende professionali di alcuni tra i più importanti galleristi che nel corso della loro carriera hanno influenzato la linea dell’arte degli ultimi decenni e che ancora oggi ispirano le nuove generazioni di galleristi. In coda a ogni episodio, un “bonus track” di circa 2 minuti in cui artisti, galleristi e curatori ci hanno raccontato un proprio aneddoto a Arte Fiera .

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Dall’autrice finalista al Premio Strega, cinque storie di donne che la vita ha scelto di sfidare. E che hanno scelto di raccontarsi, e di ricominciare. Di che pasta siamo fatti lo scopriamo soltanto quando la vita ci mette alla prova. Quando qualcosa si rompe e ci costringe a raccogliere i pezzi, a rialzarci e ricominciare. Le protagoniste di questo libro sono state sfidate dal destino: le esistenze che si erano costruite, fatte di amore, di sogni, di famiglia, sono crollate in un soffio, lasciandole scoperte dove fa più male. Tutte, a un certo punto, sono state costrette a chiedersi quale fosse la cosa giusta da fare. Cinque donne, cinque storie vere, che Silvia Ferreri ha scelto di raccontare maneggiandole con la stessa attenzione che si riserva alle materie incandescenti, per mettere in luce quel nocciolo duro, quel punto nascosto, ma insospettabilmente potente, che di fronte alle difficoltà ci rivela con certezza chi siamo.

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«Scosse. Frizioni e storie sotto traccia in Biennale». È questo il titolo di un podcast in tre puntate, in forma d’intervista, che ci conduce a frammenti attraverso un flusso indefinito di storie che abitano la Biennale di Venezia, fin dalla sua fondazione, nel 1895. Gli episodi s’intrecciano fitti, le voci molteplici confluiscono in un coro dissonante. Si va alla ricerca di quelle occasioni che hanno spezzato, o meglio sarebbe dire, scosso l’aria silenziosa della storia della Biennale di Venezia, parafrasando Quasimodo, anche solo per pochi istanti.