«Scosse. Frizioni e storie sotto traccia in Biennale». È questo il titolo per un podcast in tre puntate, in forma d’intervista, a condurci a frammenti attraverso quel flusso indefinito di storie che abitano la Biennale di Venezia, fin dalla sua fondazione, nel 1895. Gli episodi s’intrecciano fitti, le voci molteplici confluiscono in un coro dissonante. Si va alla ricerca di quelle occasioni che hanno spezzato, o meglio sarebbe dire, scosso l’aria silenziosa della storia della Biennale di Venezia, parafrasando Quasimodo, anche solo per pochi istanti.
Arte, uomo, natura, ambiente, antropocene. Queste e altre parole-chiave ci conducono all’interno del Padiglione Italia.
Ecco il primo episodio di «Scosse. Frizioni e storie sotto traccia in Biennale», viaggio in tre podcast attraverso le storie che hanno spezzato le consuetudini della Biennale di Venezia, a partire da un decennio, gli anni Settanta, in cui sorgevano i primi dibattiti ambientalisti e la radicalità della politica faceva irruzione nella vita stessa della Biennale